venerdì 29 giugno 2012

Trapianto di fegato: robot Da Vinci esegue l'intervento

primo trapianto robotizzato


Palermo – Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione e' stato eseguito il primo trapianto di fegato con tecnica esclusivamente robotica e minimamente invasiva. Solo “Da Vinci” questo il nome del robot, ha operato all’interno del paziente ovviamente con l’ausilio del chirurgo che lo comandava con un joystick. L’equipe, guidata da Bruno Gridelli Direttore dell’Ismett e Marco Spada Responsabile della Chirurgia Addominale e dei Trapianti d’Organo dell’Istituto, ha visto alternarsi durante le 10 ore di intervento decine di medici e infermieri.

L’intervento e' stato realizzato in collaborazione con l’equipe dell’Azienda Ospedaliera Universitaria dell’Ospedale Cisanello di Pisa, guidata da Ugo Boggi, Direttore della Chirurgia Generale e dei Trapianti nell'Uremico. “Da Vinci” e' composto da un carrello, quattro bracci meccanici che controllano altrettanti strumenti articolabili ed e' dotato di un dispositivo che permette al chirurgo di avere anche una visione tridimensionale ingrandita dell’interno della cavita' addominale operata.

Al di la' della straordinaria tecnologia applicata e dei grandi passi avanti che si stanno facendo nel mondo degli interventi chirurgici complessi la cosa che fa piu' piacere e' che l’intervento sia perfettamente riuscito.
Siamo nell' era di Internet, dove tutte le operazioni sono effettuate con tecniche all' avanguardia, con l'ausilio di robot, attrezzature ultra moderne e ultra specializzate, ma siamo ancora lontani da porre telecamere in sala operatoria non per spiare i medici o il personale sanitario, ma per dare uno sprint in più alla sanità pubblica e privata, dando la possibilità a questi interventi chirurgici di essere estrapolati dalle sale operatorie per informatizzare il mondo esterno, non restando più confinati su giornali cartacei.
Ebbene la Regione Campania, con i suo Presidenti di commissione, Senatori, e semplici Dirigenti con qui ho avuto un confronto, sono troppo chiusi nelle loro stanze per dare ascolto a chi prima di tutto li elegge e poi li sostiene, restando approfandati nell' era in cui internet, l'innovazione, le nuove idee proposte da giovani, sono affogate dalla loro non curanza.
In tutto questo mi chiedo....ma chi ascolterà mai le nostre idee?
Chi darà voce ai giovani, mettendo da parte un pò chi ha già dato e ricevuto.
Le telecamere in sala operatoria prima o poi verranno istallate, le riprese effettuate durante gli interventi chirurgici prenderanno piede, allora mi chiedo perchè si ostinano a dire che non si può, quando la stroria ci ha insegnato che l' impossibile può diventare realtà.
Perchè non effettuare le riprese per scopi scientifici, informativi, istruttivi, cautelativi, educativi.
 

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